SCUOLA DELLE ARTI E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE RODOLFO VANTINI

Via Caduti Piazza Loggia, 7/b
25086 Rezzato
(Brescia)
tel 030.2791576 – 030.2791786
www.vantini.it info@vantini.it

 

Nata nel 1839 per volere del grande architetto neoclassico bresciano Rodolfo Vantini è oggi un’associazione formata e partecipata interamente dai tre comuni di Brescia, di Botticino e di Rezzato.
E’ l’unico punto di riferimento collegato direttamente alla memoria dei luoghi di lavorazione artistica del marmo e alla sua storia lavorativa ultramillenaria, ancora in grado di formare nuove generazioni di professionisti.
La mission dell’associazione si identifica nella volontà di valorizzare la potenzialità culturale dell’intero mondo lapideo, allontanando il periodo storico della fuga dalle cave e dai cantieri degli anni settanta e dell’oscuramento della cultura della pietra.
Il rendersi soggetto protagonista e punto di riferimento per l’offerta formativa in questo settore rappresenta un obiettivo particolarmente rilevante al fine di dar valore e significato ad una storia e una tradizione che non solo lega in maniera forte la Scuola alle ragioni del suo fondatore, ma la pone anche in stretta correlazione con la peculiarità e specificità di un territorio e di una dimensione produttiva che ha in questa scuola l’unico punto di riferimento formativo.
Tale prospettiva trova la sua valenza anche nello stesso statuto della Scuola che impone di “promuovere sulle orme dell’istituto fondato dall’arch. Rodolfo Vantini la conoscenza del disegno d’architettura e d’ornato oltre che l’arte della lavorazione manuale della pietra”.
Non ci sono solo ragioni storiche a sostegno di questa specificità ma lo sguardo storico si intreccia con l’attualità e la prospettiva futura della Scuola.
L’organo maggiormente rappresentativo della Scuola, ovvero l’Assemblea dei Soci, annovera infatti tra i suoi membri, oltre ai tre enti locali di riferimento, Comuni di Brescia, Botticino e Rezzato, alcune tra le più importanti realtà produttive e associative legate al mondo della pietra: il Consorzio Marmisti Bresciani, il Consorzio Produttori Marmo Botticino Classico, la Cooperativa Valverde e la Cooperativa Operai Cavatori del Botticino.
Questo aspetto rappresenta una risorsa preziosa per la Scuola, perché le permette di avere in modo intrinseco un legame molto forte ed indissolubile con un settore produttivo così peculiare che le consente di modulare la propria progettualità in stretta sinergia con il mondo del lavoro cogliendone le peculiarità, i bisogni e le esigenze.
Un rapporto indissolubile che si fonda su una relazione di biunivocità, in quanto da parte sua la Scuola può fungere da importante soggetto promotore di iniziative e progetti finalizzati non solo alla formazione delle nuove professionalità richieste dal settore ma anche alla promozione, attraverso la valorizzazione dell’arte e delle competenze in ambito artistico, le potenzialità di sviluppo produttivo nel settore della lavorazione della pietra.
La Scuola ha avviato da alcuni anni un’intensa azione di rilancio e promozione dei corsi e di tutta l’attività connessa al settore di lavorazione del marmo, credendo con fermezza che questo ambito rappresenti anche una prospettiva concreta di sviluppo futuro perché il diffondersi di una nuova sensibilità artistica legata al mondo della pietra rappresenta per questo territorio un investimento culturale che non può non considerarsi strettamente connesso anche al suo sviluppo produttivo.
I dati relativi all’ultimo triennio riportano un numero di iscritti ai corsi, annuali e della durata rispettivamente di 150 e 100 ore, pari a 143 unità.
L’istituto può contare su un forte know – how in questo ambito, su importanti collaborazioni che da anni si sono consolidate con artisti ed artigiani del territorio, su un sistema ramificato di aziende che gravitano attorno alla Scuola, su un legame molto forte con realtà associative e mondo istituzionale e soprattutto su una dotazione tecnologia unica in Lombardia.
La Scuola è dotata infatti del laboratorio più grande e tecnologicamente avanzato della Lombardia – 300 mq – dotato di 30 postazioni collegate a scalpelli ad aria compressa e numerose attrezzature per la lavorazione della pietra.




 

"Il colore delle città lombarde è sui toni del bistro, del marrone, dell’ocra. A Brescia, invece, si ha l’impressione di una nuova presenza, sembra di essere sotto il riflesso d’un lago o d’una cava di pietre. Alla fine si capisce che è l’uso grande delle pietre e dei marmi che dà questo colore alla città, la pietra vecchia e quella nuova, l’una patinata dal tempo e divenuta lattescente, l’altra bianchissima invernale.

Corrado Alvaro, Brescia, la pietra, l’architettura, “La Stampa” 15 dicembre 1932