IL PROGETTO
- GIOVANI SCULTORI: UN CANTIERE CREATIVO PER LA LAVORAZIONE ARTISTICA DEL MARMO DI BOTTICINO
- PERCHÉ QUESTO PROGETTO
- IL DISTRETTO DEL MARMO
- LA VALENZA ARTISTICA DELLA VALVERDE
- LA LAVORAZIONE ARTISTICA COME ARTE FINE A SE STESSA, MA ANCHE E SOPRATTUTTO COME SBOCCO OCCUPAZIONALE CONCRETO
Il progetto denominato “Giovani scultori: un cantiere creativo per la lavorazione artistica del Botticino” è stato ideato della Scuola delle Arti e della Formazione Professionale Rodolfo Vantini ed è stato riconosciuto dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Valorizzare la creatività giovanile in campo artistico e culturale”. Annovera tra i partners: gli enti locali associati della Scuola Vantini – il comune di Brescia e i comuni di Botticino e di Rezzato – le Accademie per le Belle arti di Brescia (LABA – Libera Accademia per le Belle Arti e Accademia di Belle Arti Santa Giulia);
la cooperativa operai e cavatori del Botticino e il Consorzio Marmisti Bresciani
Muove dall’idea di fondo per cui l’eccellenza locale legata alla lavorazione del marmo debba essere armonicamente collegata all’identità e alla tradizione riconducibili alla scultura artistica del Botticino, in modo che i due fattori si esaltino a vicenda.
L’obiettivo operativo da raggiungere è, pertanto, quello di innescare fertili processi d’opportunità professionale tra giovane scultore e sistema imprenditoriale, attraverso interventi concreti di raccordo la sfera artistica e quella del comparto produttivo della lavorazione del marmo.
GIOVANI SCULTORI: UN CANTIERE CREATIVO PER LA LAVORAZIONE ARTISTICA DEL MARMO DI BOTTICINO
Un progetto finalizzato a incrementare lo studio e la ricerca legati alla lavorazione artistica del marmo di Botticino all’interno del distretto della pietra bresciana al fine di favorire anche il collegamento tra arte e opportunità professionali nel settore della lavorazione artistica del marmo. Il percorso, fortemente orientato alla ricerca e alla spendibilità nel comparto produttivo locale, è ancorato territorialmente e culturalmente al distretto della Pietra Bresciana, offrendo al giovane artista la possibilità di una crescita artistica intimamente legata ai luoghi di estrazione e produzione del marmo e promossa direttamente dai soggetti che ne compongono il microcosmo.
Al giovane artista viene offerto un contenitore di attività tra di loro complementari, ma fruibili singolarmente, sotto forma di un cantiere creativo per la lavorazione artistica del marmo di Botticino.
Nel cantiere l’artista potrà toccare con mano il materiale direttamente nel luogo d’estrazione, la cava.
Avrà a disposizione tre tipologie di attività alle quali partecipare, organiche tra di loro, ma fruibili distintamente, espressione di altrettante modalità di crescita artistica alle quali partecipare:
- un percorso formativo specifico;
- un’esperienza residenziale artistica;
- un simposio internazionale di scultura;
Sarà sostenuto nel collegamento tra il proprio potenziale artistico e quello richiesto dalle aziende del settore.
Potrà contare sulla rete diretta e derivata delle scuole d’arte del territorio, degli enti locali e delle realtà associative imprenditoriali e artigianali.
PERCHÉ QUESTO PROGETTO
La spinta verso la condivisione di una progettualità legata alla valorizzazione delle giovani eccellenze creative e è provenuta dal centenario dell’Altare della Patria. Inaugurato il 4 giugno del 1911 nell’ambito dei festeggiamenti per il 50° anniversario dell’unità d’Italia, il monumento a Vittorio Emanuele II in Roma ha rappresentato infatti uno straordinario volano di sviluppo del bacino marmifero, di affermazione del Botticino su scala nazionale e internazionale, di auto-comprensione del livello di eccellenza raggiunto dagli artigiani e dagli artisti bresciani del marmo.
La fornitura di marmo di Botticino, propiziata dall’azione del politico bresciano Giuseppe Zanardelli e dall’intraprendenza degli imprenditori bresciani del marmo dell’epoca, ha portato alla fornitura, nell’arco di quasi un trentennio, di 40mila metri cubi di marmo, per un peso intorno alle 110mila tonnellate. Un’impresa titanica, alla luce degli strumenti dell’epoca, resa possibile dall’abilità dei cavatori che estrassero quel materiale e dagli artigiani locali che lo prepararono, lo sbozzarono, lo scolpirono.
Interamente costruito in marmo di Botticino e realizzato con l’ausilio di maestranze provenienti dal tessuto produttivo locale rappresenta oggi più di ieri un modello da perseguire, in quanto espressione di un connubio tra arte e produzione che ha perso gradualmente sapore, ma che, appare divenire sempre più attuale.
In occasione di questa ricorrenza un confronto, iniziato a partire dalla metà del 2010, tra i portatori d’interesse che insistono sul territorio, appartenenti ai diversi ambiti interessati (enti locali, accademie, istituti di formazione e associazioni d’imprese), ha condotto alla volontà di elaborare e condividere una visione d’insieme in grado di concretizzarsi in una progettualità a medio lungo termine finalizzata alla riscoperta artistica della lavorazione del marmo.
IL DISTRETTO DEL MARMO
Nei comuni a est di Brescia, da Botticino fino a Gavardo, è attivo un vero e proprio distretto del marmo formato da oltre 300 aziende, dalla micro alla grande impresa, passando per realtà artigianali fortemente caratterizzate; gli occupati del comparto sono 2.500;
la produzione di marmo è stata pari a 487mila tonnellate nel 2006, 508mila nel 2007, 430mila nel 2008 e 354mila nel 2009; il fatturato medio annuo è pari a circa 250 milioni di euro.
L’80% del marmo di Botticino estratto è destinato al mercato internazionale, in cui si distinguono come mercati finali il Paesi arabi, l’India e l’Estremo oriente dove il prodotto è noto e apprezzato da tempo.
Proprio il confronto delle aziende produttrici di marmo con le sfide del mercato globale ha portato a una riscoperta non solo della qualità intrinseca del materiale bresciano, ma anche dell’apporto essenziale del capitale umano: la possibilità di proporre prodotti di alta qualità, con finiture artistiche e lavorazioni uniche, è riconosciuta ormai come fattore competitivo e veicolo di affermazione del Botticino.
LA VALENZA ARTISTICA DELLA VALVERDE
L’importanza di questo progetto si collega anche al contesto territoriale in cui le sue azioni si attuano; un contesto nel quale le dinamiche economiche, culturali e sociali ruotano tradizionalmente attorno alla primaria risorsa esistente, il marmo di Botticino. La storia di Brescia e della pietra camminano di pari passo con l’evolversi dell’arte e del vivere civile: piazze, strade, palazzi, chiese, monumenti e opere d’arte sono state portate a termine da generazioni di scultori, cavatori, tagliapietre e scalpellini che, di padre in figlio, si sono trasmessi questa antica arte che convive con la modernità. La peculiarità del Botticino caratterizza il tessuto architettonico e urbanistico del territorio bresciano sia dall’età romana, tuttavia il suo impiego non si è mai limitato unicamente alla grande edilizia cittadina pubblica e privata, ma ha favorito nei secoli anche l’organizzazione di botteghe e laboratori specializzati nell’intaglio ornamentale, nell’incisione e nella statuaria. Un’analisi storica che riconduca ad una riflessione generale sull’eredità lasciata da un passato dedito alla singolare “economia della pietra” mette in luce che la nascita di maestranze altamente specializzate in tecniche volte a valorizzare la suggestiva bellezza del marmo vede nascere solo alla metà del Cinquecento le prime regolamentazioni o norme corporative che definiscono e tutelano la categoria professionale dei “tagliapietre” all’interno della vita economica, religiosa e culturale della collettività. Esempi significativi dell’esistenza di un’antica e radicata cultura di mestiere in grado di favorire gli scalpellini rezzatesi tra le altre maestranze possono essere i loro contributi nelle fabbriche cinquecentesche bresciane del palazzo della Loggia e, ancor prima della Chiesa dei miracoli, della Torre dell’Orologio e di numerosi palazzi patrizi. Una significativa riflessione sull’arte degli scalpellini rezzatesi e sul ruolo della Scuola Vantini è stata oggetto della tesi di laurea – prima ed unica nel suo genere – discussa nel 2010 dalla studentessa Valentina Marcianò e realizzata quasi interamente consultando i documenti d’archivio della Scuola. A partire dal XVII secolo il contributo delle maestranze rezzatesi nei cantieri della città e del territorio si fa sempre più determinante, soprattutto grazie all’impiego del marmo quale “sacro decoro” durante il complesso periodo di interscambi figurativi necessario a riorganizzare l’immagine della Chiesa cattolica nell’epoca della Controriforma. L’apice della notorietà delle maestranze artistiche locali si raggiunge tra Ottocento e Novecento, dopo un periodo di parziale declino tra gli ultimi decenni del Settecento e la prima metà dell’Ottocento con l’avvento dello stucco marmorizzato e a causa degli sconvolgimenti napoleonici, sicchè è necessario evidenziare che fama, prestigio e abilità di quegli anni discendono direttamente dalle dinastie di tagliapietre dei secoli precedenti, che devono il loro successo in parte anche al ruolo guida di figure imprenditoriali ed imprese locali.
Un momento rilevante per il consolidarsi della tradizionale perizia nella lavorazione lapidea rezzatese è determinato dall’istituzione della Scuola Vantini nel 1839, che per volontà del benemerito fondatore si prefigge lo scopo di “assicurare il maggior profitto dei giovani che esercitano le arti di tagliapietre di “marmorario” e di scultura ornamentale le quali formano la principale industria ed il primo onore di codesto comune a cui mi professo affezionato per ingenua simpatia”
LA LAVORAZIONE ARTISTICA COME ARTE FINE A SE STESSA, MA ANCHE E SOPRATTUTTO COME SBOCCO OCCUPAZIONALE CONCRETO
Gli scenari del mercato globale internazionale pongono il marmo di Botticino, pur se apprezzato in tutto il mondo, in concorrenza con altri lavorati, anche di qualità inferiore.
La trasformazione del marmo in semilavorati rende questi ultimi più o meno competitivi sul mercato in base al livello di finitura e di lavorazione artistica degli stessi e il mancato ricambio generazionale degli scultori impedisce i mantenere gli alti livelli che tradizionalmente caratterizzano queste lavorazioni.
In questo contesto, forse più che in altri, l’eccellenza artistica diviene davvero un valore aggiunto per il capitale umano impiegato dal comparto produttivo locale: quanto più l’artista ha la possibilità d’approfondire la propria crescita, tanto più quest’ultima può essere elemento determinante per il mantenimento da parte del comparto locale del marmo delle proprie quote nel mercato internazionale, potendo in esso essere immessi prodotti estremamente originali o innovativi sotto il profilo delle finiture finali.
Ad oggi non sono state poste in essere iniziative mirate a facilitare il collegamento tra offerta di professionalità artistica specifica e domanda da parte delle aziende locali, le quali, per il reclutamento del personale, utilizzano i canali consueti che non tengono conto della specificità del settore e delle competenze artistiche necessarie per ricoprire determinate mansioni.
Gli obiettivi del progetto.
Il progetto si pone tre obiettivi:
- Superare la parcellizzazione delle iniziative autonomamente avviate dai portatori d’interesse che insistono sul territorio attraverso un’unica governance.
- Incrementare lo studio e la ricerca legati alla lavorazione artistica del marmo di Botticino all’interno del distretto della pietra bresciana, in particolare: innovando la formazione specifica legata alla scultura del marmo; permettendo la sperimentazione e la ricerca pura attraverso un confronto tra artisti; creando una vetrina di risonanza per le eccellenze creative nella lavorazione artistica del marmo.
- Favorire il collegamento tra arte e opportunità professionali nel settore della lavorazione artistica del marmo.
L’obiettivo operativo da raggiungere è, pertanto, quello di innescare fertili processi d’opportunità professionale tra giovane scultore e sistema imprenditoriale, attraverso interventi concreti di raccordo la sfera artistica e quella del comparto produttivo della lavorazione del marmo.